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Fu un episodio particolare a favorire l’esordio di Angelo Peruzzi nel massimo campionato italiano. Aveva appena 17 anni il Tyson del calcio italiano (cosé fu soprannominato dai compagni, a volte anche “ciaghialone”, in virtà della stazza e della potenza muscolare) e giocava nella Roma, dove era cresciuto nelle giovanili. Non era nato a Roma, ma qualche chilometro più a nord, in un paesino del viterbese, Blera. Era approdato nelle giovanili della squadra della capitale che era un ragazzino e proprio da ragazzino fece il suo esordio. Un esordio imprevisto, dettato dal caso.
Era il 13 dicembre 1987 e si giocava Milan – Roma. Nel primo tempo la fa da padrone la noia, le squadre tornano negli spogliatoi con lo stesso risultato con cui avevano battuto il calcio déinizio. Al rientro delle squadre in campo, Tancredi, portiere titolare degli ospiti va a posizionarsi nella porta sottostante la éFossaé, cuore della tifoseria rossonera, da cui parte un primo petardo che esplode accanto alle gambe del giallorosso, subito dopo ecco la seconda esplosione all’altezza del volto, mentre il numero uno é a terra. Sono attimi di paura, che segnano una delle pagine più brutte della Serie A. Tancredi viene portato in barella negli spogliatoi: ha le gambe paralizzate ed é in stato di shock
Liedholm é costretto ad effettuare la sostituzione e quando l’arbitro fischia il calcio d’inizio del secondo tempo, tra i pali c’é un 17enne al suo esordio in Serie A, Angelo Peruzzi.
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