16 novembre 1988, ben 31 anni fa, un divino entrava nella storia della nostra Nazionale di Calcio collezionando un bottino di 56 presenze e 27 goal. Una casacca vestita per sedici anni, pochi, anzi pochissimi per uno che aveva un tocco di palla differente che divenne ben presto un trascinatore ma sopratutto un’icona ed un idolo di tante generazioni.
Era il 16 novembre 1988 e léItalia, per rendere omaggio ai novantàanni della FIGC, sfidava in amichevole all’Olimpico di Roma léOlanda di Van Basten. Roberto Baggio si presentavo sbarbato, con dei capelli ricci e lunghi sulla nuca che qualche anno dopo sarebbero stati avvolti in un codino dal quale deriva uno dei soprannomi più conosciuti del panorama sportivo, il Divin Codino.
La partita ebbe per lui un sapore particolare, perché nonostante non segné alcuna rete, allo scadere del primo tempo piazzé l’assist per Vialli il quale siglé l’unico goal della partita. Nessuno, da lé in poi, riusciré a unire lo Stivale con una palla tra i piedi allo stesso modo di quel ragazzo.

Pochi anni prima, era stata la nostra Serie A a vedere muovere i suoi primi passi nel calcio che conta. Dopo 3 stagioni in Serie C1 con il Lanerossi Vicenza dove si trasferé a 13 anni per completare il suo percorso nelle giovanili, nel 1985 viene ingaggiato per 2,7 miliardi di lire dalla Fiorentina. Gli esordi del giovane fantasista vicentino non sono stati tutto rose e fiori. Sul finale dell’ultimo campionato con i Lanerossi, precisamente il 5 maggio 1985, subisce un grave infortunio al ginocchio destro (legamento crociato anteriore e menisco) che lo tiene lontani dai campi per oltre un anno.
Durante questa fase di riposo forzato e quindi di incertezza sulla propria carriera di calciatore vive una profonda crisi personale e spirituale, che lo convince ad abbracciare definitivamente la fede buddhista.
Solo due giorni prima aveva firmato il contatto con la Fiorentina e nonostante la possibilità per il presidente Viola di recedere dallo stesso, decise comunque di tenerlo. Durante la sua prima stagione, 1895-86 colleziona soltanto 5 presenze in Coppa Italia.
L’esordio in Serie A avviene nella stagione successiva ma non alla prima di campionato. Qui infatti la Fiorentina perde ad Avellino e léallenatore Bersellini decide di provare Baggio contro la Sampdoria nella seconda gara della nuova stagione. Era il 21 settembre 1986. Questa data segna l’inizio di una nuova era nel mondo del calcio: il ruolo dell’attaccante viene ridefinito da chi possiede un dono, anzi un privilegio, quello di rendere bello cié che per gli altri significava pura efficacia. L’estetica é stato il suo tratto distintivo unito ad un carattere molto particolare, spesso in contrasto con la maggior parte dei suoi allenatori. Caratteristiche che hanno diviso la critica in due blocchi ben distinti: chi lo ha amato fino all’estremo e chi lo ha criticato severamente.
L’unica certezza che accomuna tutti é racchiusa nel testo di una canzone famosa. “da quando Baggio non gioca più… non é più domenica”
La nostra T-shirt da abbigliamento casual

T-shirt Gradoni ispirata alla stagione 1985-86 dei Viola.